Il giorno della civetta

SCIASCIA Leonardo, Il giorno della civetta, Einaudi, Torino, 1961,
p.132 + 66 di note.

RIASSUNTO

In un piccolo paese della Sicilia, il capitano dei carabinieri Bellodi indaga su un misterioso omicidio di mafia: Salvatore Colasberna, presidente di una piccola cooperativa edilizia, assassinato ad una fermata dell’autobus.
Si tratta di una mafia molto diffusa, ma molti la vogliono ignorare. Per il capitano non è affatto facile indagare, perché le poche persone che sono a conoscenza dei fatti, non sono disposte a parlare; inoltre il caso va via via coinvolgendo persone sempre più importanti.
In seguito viene ucciso persino il Nicolosi, l’unica persona che aveva riconosciuto l’assassino mentre si allontanava dopo aver commesso l’omicidio. La medesima fine spetta a Parrinieddu, un informatore dei carabinieri. Grazie alle poche informazioni date dalla vedova di Nicolosi che Bellodi riconosce Diego Marchica, un pregiudicato, come l’esecutore materiale dell’omicidio. Tramite un biglietto lasciato da Parrinieddu, Bellodi viene a conoscenza dei nomi dei due mandanti dell’omicidio: don Mariano Arena e il "Pizzuco", i due capi mafiosi dai quali Colasberna non aveva voluto protezione.
Sebbene ai lunghi interrogativi, ai quali Marchica e i due capi mafiosi sono sottoposti, comincino a trapelare informazioni importanti, è evidente che un solo uomo, quando il caso ha raggiunto simili proporzioni, non può più permettersi di fronteggiare una così grande organizzazione, e il caso resta irrisolto. Bellodi è inspiegabilmente mandato in licenza e ritorna al Nord, da dove apprende che tutto il suo lungo e faticoso lavoro non è servito a nulla, poiché tutte le colpe sono date ad altre persone, e la povera vedova Nicolosi si ritrova pure accusata d’omicidio, assieme al suo amante.

COMMENTO

Questo romanzo è veramente ottimo, perché, con le sue lunghe e meticolose descrizioni d’interrogazioni, ma anche di ambienti, riesce veramente a coinvolgerci.
Trasmette anche molto bene l’idea di com’era la vita nell’Italia meridionale, specialmente in Sicilia: nessuno non sapeva, nessuno parlava, perché se no faceva la stessa fine del loro povero paesano assassinato.
Da ammirare, secondo me, è anche il coraggio di Bellodi, venuto dal Nord e costretto ad indagare in un ambiente a lui totalmente estraneo.
Il romanzo non contiene nessun’indicazione temporale precisa, ma secondo me è ambientato all’inizio degli anni sessanta. L’autore indica sempre solo la lettera iniziale, perché molto probabilmente vuole farci capire che questa storia e le sue caratteristiche si adattano a qualsiasi piccolo paese siciliano.

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